Cuneo Gesso-Borgo S. Dalmazzo


Cenni storici

Stazione di Cuneo Gesso.

La ferrovia Cuneo Gesso-Borgo S. Dalmazzo (via Boves), a binario unico e lunga 12,05 chilometri, costituiva il tratto iniziale della linea per Ventimiglia e Nizza prima che fosse realizzato il collegamento diretto fra la stazione nuova di Cuneo (Cuneo Altipiano) e quella di Borgo S. Dalmazzo. Le sue vicende, pertanto, non sono che un piccolo tassello della più ampia e articolata storia dell'intero percorso italo-francese.

La "legge Baccarini" aveva compreso la linea Cuneo-Ventimiglia nella privilegiata seconda categoria, da costruire per conto diretto dello Stato. Lo studio dei primi quattro tronchi, compresi nella tratta Cuneo-Limone (Cuneo Gesso-Borgo S. Dalmazzo, Borgo S. Dalmazzo-Robilante, Robilante-Vernante e Vernante- Limone), fu ordinato nel mese di aprile del 1881 e affidato all'Ufficio del Genio Civile di Cuneo.

Fu il senatore Giovanni Battista Borelli ad appoggiare il passaggio della linea a Boves. Il progetto del primo tronco Cuneo Gesso-Borgo S. Dalmazzo, firmato dall'Ing. Giovanni Delfino, capo dell'Ufficio del Genio Civile di Cuneo, fu approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in data 25 marzo 1882, mentre la consegna dei lavori all'impresa aggiudicataria dell'appalto, ossia quella dell'Ing. Marius de Vautheleret, avvenne il 18 aprile 1883. Quest'ultima si fece poi affiancare dall'impresa di Francesco Vigna.

I cantieri furono aperti immediatamente ma, fino all'estate, si procedette con lentezza a causa della continua pioggia. Solo a metà agosto fu possibile gettare le fondamenta del ponte sul torrente Gesso, fra le stazioni di Boves e Borgo S. Dalmazzo.

Il secondo e terzo tronco (Borgo S. Dalmazzo-Robilante e Robilante-Vernante), i cui progetti furono redatti nel corso dell'anno 1883, andarono all'incanto sul finire del 1884. Se li aggiudicò l'impresa di Angelo Delvecchio, meglio attrezzata della "Vautheleret-Vigna" colpita da pesanti critiche per i forti ritardi accumulati. L'impresa "Delvecchio", nell'agosto 1885, riuscì ad aggiudicarsi anche il quarto tronco Vernante-Limone. 

Il 9 luglio 1886, a Roma presso il Ministero dei Lavori Pubblici e a Cuneo presso la Prefettura, andò all'appalto l'armamento del tronco fino a Borgo S. Dalmazzo. Lo vinse ancora l'impresa "Delvecchio" che praticò un ribasso del 35,27% su un importo di lire 216.000.

A fine settembre 1886 la subentrata "Rete Mediterranea" chiese all'ispettorato generale delle ferrovie l'autorizzazione ad aprire la tratta Cuneo-Robilante. L'assenso fu immediato, tanto che all'impresa "Delvecchio" fu esteso l'incarico di armare anche il tronco Borgo S. Dalmazzo-Robilante.

Terminata la posa e sistemati gli impianti, l'8 luglio 1887 la tratta Cuneo-Robilante, lunga 16,55 chilometri, fu ispezionata da una commissione di tecnici; il 18 luglio successivo (era un lunedì) fu aperta al traffico con il transito di un treno inaugurale fino a Robilante e ritorno.

Questo primo treno raggiunse la stazione di Boves alle ore 5:29 dove, nel frattempo, si era radunata una folla festante di cittadini, insieme alle autorità locali e alla banda musicale. Un centinaio di persone si munì del biglietto di andata e ritorno, prendendo d'assalto il treno. Alla stazione di Robilante, per l'occasione, si tenne un rinfresco "innaffiato" da vino bianco; la stessa atmosfera caratterizzò la sosta a Roccavione, al ritorno.

Al tempo della realizzazione della Cuneo-Ventimiglia-Nizza non esisteva ancora la stazione di Cuneo Altipiano che sarà inaugurata solo il 7 novembre 1937, benché la prima pietra fosse già stata posata il 22 settembre 1913. La città di Cuneo, pertanto, era servita dalla sola stazione Gesso, posta a nord-est del centro storico. Quest'ultima fa ora parte della linea non elettrificata Cuneo-Mondovì, riaperta al traffico nel 2003 dopo la ricostruzione del ponte sul torrente Gesso e poi di nuovo chiusa da "Trenitalia" il 17 giugno 2012.

I lavori di elettrificazione trifase della linea (fino a Ventimiglia) iniziarono nel 1928 e furono completati il 15 maggio 1931.

Con l'attivazione della nuova stazione ferroviaria di Cuneo, fu attuato il collegamento diretto della stessa con Borgo S. Dalmazzo. Da quel 7 novembre 1937, il tratto iniziale della ferrovia per Ventimiglia e Nizza sarà costituito da questo nuovo percorso, mentre il più lungo e articolato segmento passante per Boves assumerà le caratteristiche di linea autonoma e secondaria. Disporrà, infatti, di propri orari e manterrà la trazione elettrica.

Si decise di mantenere in attività questa linea per evitare l'isolamento di Boves che, nel 1935, perse il servizio da parte della C.G.T.P. (tramvia a vapore Cuneo-Boves). Le F.S., per venire incontro alle esigenze locali, giunsero a effettuare fino a sette coppie di omnibus giornalieri composti da una o due carrozze trainate da un locomotore elettrico E 554, successivamente una carrozza-bagagliaio a tre assi.

Il percorso, con le due fermate di Boves e Fontanelle, richiedeva 19 minuti nella direzione di Borgo S. Dalmazzo e uno in meno in senso contrario. L'orario teneva conto solo relativamente della possibilità di coincidenza da e per Limone, trattandosi di una specie di servizio suburbano di Cuneo.

Il 28 aprile 1945, alle quattro del mattino, i tedeschi in fuga da Cuneo distrussero pilastri e volte dei tre viadotti che attraversano il fiume Stura di Demonte: il promiscuo, il ferroviario che conduce alla stazione Gesso e lo stradale. Fu così che il 14 agosto di quell'anno la stazione di Cuneo Gesso riacquistò l'importanza nel frattempo perduta grazie alla riparazione provvisoria del vecchio viadotto ferroviario sullo Stura per consentire il suo collegamento con Torino e Saluzzo, mentre sul lato opposto fu possibile il collegamento con Mondovì e Limone (via Boves).

I 50 metri mancanti del viadotto promiscuo, invece, non permisero misure provvisorie. Infatti, dal 28 aprile al 14 agosto il capolinea per Torino tornò a essere il posto di blocco di Madonna dell'Olmo, poi la cascina Veglia il cui fabbricato rustico era stato in parte requisito e adattato a stazione con biglietteria.

Solo il 10 gennaio 1948 i treni ripresero a percorrere il viadotto promiscuo, ribattezzato "Soleri"; il primo fu l'accelerato per Airasca delle 3:40. Qualche ora dopo, il treno inaugurale partì da Cuneo Gesso per Cuneo Altipiano, con fermata sul viadotto per il taglio del nastro. Da quel momento, i treni per Limone ripresero a percorrere il tratto più breve.

Alla cessazione del servizio sulla linea di Boves, avvenuto il 18 luglio 1960, nessuno pianse. Il ramo venne dichiarato inesorabilmente secco, sussistendo un parallelo servizio automobilistico "SATIP", certamente più comodo di quello ferroviario. Il materiale rotabile venne utilizzato per le corse-navetta fra la stazione di Cuneo Altipiano e il deposito locomotive, a uso del personale F.S.

Nonostante la chiusura della linea, la stazione di Cuneo Gesso mantenne l'elettrificazione trifase fino al settembre 1973.  

Dopo molti anni di abbandono, la linea è stata smantellata e il sedime è stato utilizzato per la realizzazione di un'importante arteria stradale fra Cuneo e Borgo S. Dalmazzo, passando per Boves (S.P. 21 "Bovesana").


Il tracciato

Ferrovia Cuneo Gesso-Borgo S. Dalmazzo (via Boves): la stazione di Boves (foto V. Taricco).

Le ferrovie per Borgo S. Dalmazzo (via Boves) e per Mondovì avevano origine nella stazione di Cuneo Gesso e correvano affiancate sul ponte del torrente Gesso, in direzione di Mondovì. Oltrepassato detto ponte, la prima si allontanava dalla seconda curvando verso sud, toccava l'abitato di Borgo S. Giuseppe e proseguiva fino a Boves con una pendenza media del 13,5 per mille.

La stazione di Boves (progr. 7+123 da Cuneo Gesso; alt. 582,78 s.l.m.) disponeva di un secondo binario per gli incroci e di due binari di scalo. Il fabbricato viaggiatori, già da parecchi anni trasformato in civile abitazione, era affiancato da un magazzino per le merci, ora destinato a magazzino provinciale.

Poco oltre la frazione Fontanelle di Boves, dove una casa cantoniera fu adibita a fermata solo dal momento in cui la linea diventò autonoma (progr. 8+361 da Cuneo Gesso; alt. circa 599 s.l.m.), il binario descriveva un'ampia curva in direzione di Borgo S. Dalmazzo e attraversava nuovamente il Gesso per mezzo di un ponte in muratura di laterizi, a tre campate ad arco di 25 metri di luce ciascuna. Quest'ultimo, travolto dalla piena del torrente nel primo pomeriggio del 2 ottobre 1898, fu sostituito da una travata metallica di 74 metri di lunghezza.

Da Boves a Borgo S. Dalmazzo (progr. 10+050 da Cuneo Gesso; alt. circa 650 s.l.m.) la pendenza media era del 14 per mille.